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Emmy Awards 2013, il canto del cigno di “Breaking Bad”
di Mirko Braia / 25 settembre
Cinque lunghi anni di attesa, prima di regalare alla legione di fan l’ultimo grande slancio di entusiasmo. Tanto è durato il digiuno di Breaking Bad prima di poter (finalmente aggiungiamo in molti) indossare la corona di migliore serie drammatica americana.
Dal 2009 al 2012, prima Mad Men e poi Homeland avevano messo le ruote davanti alla creatura di Vince Gilligan. Il 22 settembre 2013, a una settimana precisa dal “series finale”, è arrivato quel meritatissimo riconoscimento agli Emmy Awards che in molti attendevano forse da troppo tempo. Quel primo, e purtroppo ultimo, premio per una serie con un eco spaventoso, capace di appassionare milioni di americani e di telespettatori oltreoceano come poche altre in precedenza.
Doveroso dedicare l’apertura al colosso AMC. Una menzione di merito è obbligatoria anche per Bryan Cranston e Aaron Paul, gli indimenticabili Walter White e Jesse Pinkman dello show. I mancati premi come migliore attore protagonista e non (andati rispettivamente a Jeff Daniels di The Newsroom e Bobby Cannavale di Boardwalk Empire) non intaccano la brillante interpretazione delle due colonne di Breaking Bad. A tenere ancora più alto l’onore ci ha pensato però Anna Gunn, che nei panni di Skyler, la moglie di Walter, ha ricevuto il premio come migliore attrice non protagonista.
L’altro sbalorditivo trionfatore di questa edizione è stato senza ombra di dubbio Behind the Candelabra, il film di Steven Soderbergh sulla vita del pianista americano Liberace interpretato da Michael Douglas, vincitore del premio come migliore attore per la categoria Miniserie/Film per la tv. Undici i premi vinti, tra cui quello come miglior serie della sua categoria e quello per la regia. I numeri danno la giusta dimensione al successo dell’opera di HBO, dato che Boardwalk Empire – la seconda serie più premiata dell’edizione 2013 – è rimasto inchiodato a quota cinque statuette.
Occhi puntati soprattutto per il futuro anche su House of Cards, la serie di intrighi politici del canale Netflix già vincitrice tre volte questa edizione e chissà, forse pronta per prendersi più onori dal 2014 in poi. La prima nomination tra i migliori show è sicuramente un primo passo verso il possibile successo. La presenza di Kevin Spacey nel cast non può che alzare le aspettative, e la direzione di David Fincher (già regista ad esempio di Fight Club) nei primi due episodi è valsa anche il premio per la migliore regia. Appuntamento da non perdere per gli appassionati italiani che potranno seguirla interamente doppiata sui canali Mediaset questo autunno.
Come lo scorso anno, a fronte di un paio di premi vinti in tutto è comunque American Horror Story a competere in più categorie di chiunque altro con le sue 17 nomination. La terza serie, Coven, è ai blocchi di partenza ed esordirà il 9 ottobre.
In ultimo, ma non ultimo, rimane il tributo regalato a James Gandolfini, l’indimenticato Tony Soprano dell’omonima serie, stroncato questa estate da un attacco di cuore a neanche cinquantadue anni. Il suo ricordo è stato portato sul palco da Edith Falco, che con James ha diviso anni e anni sul set nel ruolo di Carmela, moglie di Tony. Forse è meglio chiudere cosi, per lasciare un posto tra i migliori a chi questa stagione ci ha lasciato.