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Cinema

“I segreti di Osage County” di John Wells

di Francesco Vannutelli / 28 gennaio

L’Oklahoma è uno stato della regione del Midwest degli Stati Uniti, quella zona detta delle Great Plains per le sue sconfinate pianure e i campi di granturco, i pochi abitanti negli sporadici centri abitati e un clima che d’inverno vede i meno venti e d’estate conosce i quaranta gradi. È nell’estate di una delle settantasette contee dell’Oklahoma, quella di Osage, che la famiglia Weston si riunisce per la prima volta in tanti anni in I segreti di Osage County, film diretto dal produttore e sceneggiatore John Wells su un testo del premio Pulitzer Tracy Letts.

Il motivo per cui i Weston si riuniscono a Osage County dalle varie parti degli Stati Uniti è la sparizione del patriarca, Beverly, anziano professore dedito all’alcol e alla poesia che un giorno ha lasciato a casa la moglie Violet, malata di cancro alla bocca e dipendente dagli antidolorifici, con la cameriera Johnna per non tornare più, senza dire niente. Verso la casa di famiglia si muove quindi la figlia Barbara assieme al marito e alla figlia Jean, e l’altra figlia Karen con fidanzato (di turno) con Ferrari, per aiutare la madre, l’altra sorella Ivy e gli zii nelle ricerche. Si capirà in fretta che Beverly si è suicidato. La scomparsa del padre e la convivenza coatta nei giorni del lutto sotto lo stesso tetto faranno esplodere tensioni familiari sopite dai vari allontanamenti, portando soprattutto Violet e Barbara a un confronto definitivo.

Nel convertire la sua pièce teatrale in un copione per il cinema, l’autore Tracy Letts ha richiesto alla produzione che le riprese si svolgessero interamente in Oklahoma per rendere al meglio quelle condizioni ambientali che ha sempre inteso come personaggio aggiuntivo nel testo e che a teatro non era stato possibile rendere.

Come nel recente Nebraska di Alexander Payne, il paesaggio pianeggiante e infinito delle Great Plains influenza e sconvolge la vita dei suoi abitanti, il loro modo di intendere la vita e di opporsi ad essa. Perché quello che emerge da I segreti di Osage County è il senso di una lotta impossibile contro lo scorrere del tempo, sempre uguale nella piattezza delle pianure, di una resistenza inutile e stoica dell’uomo alla vita che sconvolge. «La vita è molto lunga» è la citazione da Gli uomini vuoti di T.S. Eliot che apre il film. Una frase semplice e inesorabile che indica una vita come condanna all’enormità dell’indefinito, come sguardo impossibile e perenne dell’uomo sull’ignoto. «Se si potesse vedere il futuro non ci alzeremmo dal letto la mattina», dice Barbara, interpretata da una Julia Roberts di una bravura impressionante, andando sulle tracce del cadavere del padre. Ma il futuro non si può vedere, l’uomo è libero di determinarlo, e nella condanna alla libertà c’è la necessità della responsabilità dell’azione umana. È per sottrarsi alla responsabilità di figlia che Barbara ha lasciato Osage, per sfuggire allo sciagurato accordo di sopportazione tra un alcolizzato e l’impasticcata Violet – una Meryl Streep di cui è diventato ormai banale lodare lo sconfinato talento nel saper diventare chiunque sullo schermo –, lasciando Ivy sola a sopportare lo sbando parentale. È per rispondere alla responsabilità di figlia che torna e combatte la madre e le sue dipendenze, ponendosi al comando al posto del padre, caricandosi i segreti del titolo e cercando di distribuire silenzi a chi pretende verità. È per rispondere alle responsabilità verso se stessa che sarà chiamata alla scelta finale.

Prodotto dalla Smokehouse di George Clooney e Grant Heslov, I segreti di Osage County è un film scritto meravigliosamente bene, attraversato dal ricordo della migliore drammaturgia statunitense, capace di alternare i registri con potenza di impatto, come dimostra la lunga e complessa sequenza della cena che raduna tutto il vasto cast (Ewan McGregor, Benedicht Cumberbatch, Abigail Brieslin, tra gli altri) intorno alla tavola. Alla seconda prova da regista dopo The Company Men, John Wells si dimostra ottimo direttore degli interpreti e molto abile nell’integrare l’elemento ambientale con il testo di Letts.

Non si capisce cosa abbia spinto l’Academy a destinare a I segreti di Osage County solo due candidature per le sue straordinarie attrici. Una menzione per la sceneggiatura non originale e la fotografia di Adriano Goldman sarebbero state sensate.

(I segreti di Osage County, di John Wells, 2013, drammatico, 120’)