Musica
Anna Calvi @ Auditorium Parco della Musica, 24 febbraio 2014
di Simone Mercurio / 7 marzo
«What’s happened?» sussurra al microfono Anna Calvi tornando da sola sul palco per l’ultimo bis.
Sorride timida, il pubblico della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ha finalmente deciso di alzarsi dalla platea, riversandosi davanti al palco. Imbarazzata dalla vicinanza col suo pubblico la songwriter inglese imbraccia la sua Fender Telecaster usurata ai bordi, dalla quale per l’intero show mai si è separata. Chiede cosa vogliano ascoltare e fioccano le richieste. Lei ascolta e tra queste decide. Parte così il riff e una splendida versione di “Foxy Lady” di mr. Jimi Hendrix che chiude i cento minuti del live di questa splendida e piccola rocker (di statura e corporatura: «’na gnappetta!» commenta in puro slang romano una ragazza in platea) tutta voce, carisma e sensualità.
Quattro elementi sul palco, compresa lei. Superbo il batterista tra tutti, ma è la Calvi a sovrastare sin dal primo momento, artisticamente vera “primadonna”, cantante e musicista superba.
Rock allo stato puro, psichedelico, deragliato, epico a tratti con atmosfere tra Morricone e Loreena Mckennit. Ventuno i brani in scaletta. Si parte con la ritmica potente di “Suzanne and I”dal suo esordio discografico ufficiale del 2011 titolato semplicemente Anna Calvi.
A seguire arrivano“Eliza”, “Sing to Me”, “Suddenly” e la superba “Cry” con le sue “esplosioni” catartiche di voce e chitarre distorte alternate con la quiete di una (apparente) ballad.
È un quartetto di pezzi dall’ultimo disco One Breath, uscito proprio sul finire dello scorso anno, a ottobre, e entrato di prepotenza nelle classifiche di gradimento della stampa specializzata come uno dei migliori album del 2013.
«When we kiss my heart’s on fire / burning with a strange desire…»sussurra la Calvi prima di far esplodere la sua voce dopo l’arpeggio della sua chitarra che propone un’intro che ricorda le colonne sonore tarantiniane. È la dolcissima e sexy cover di “Surrender” di Elvis Presley. Una versione languida e romanticamente ruvida che scuote il pubblico della Sinopoli fino a quel momento come ipnotizzato ma silente e immobile.
Padre italiano e madre inglese, Anna Calvi sembra imbarazzata e intercala la sua set list con dei semplici: «Thank you so much».
L’assolo di chitarra nella strumentale “Rider to the Sea” dall’album d’esordio del 2011, evoca atmosfere da spaghetti western. La scaletta della Calvi scorre tra suoni sintetici, schitarrate ruvide, melodie “alla Jeff Buckley” (“Bleed into Me”) ed esplosioni elettro-rock che ricordano la migliore PJ Harvey (“Love of My Life”) fino al deflagrante finale hendrixiano.
Anna Calvi è l’ennesima conferma che oltre il “solito conosciuto” che ci propinano Sanremo e reality musicali, al di là del mainstream in onda sui consueti network commerciali, c’è della roba musicalmente meravigliosa in giro. Chi già conosceva Anna Calvi da questo live ha avuto delle conferme. Chi invece non la conosceva ancora e leggendo queste righe è rimasto incuriosito, non dovrà far altro che cercare e seguire questa piccola-grande “cantantessa” che (ci scommettiamo) a breve riempirà gli stadi. I cuori li riempie già.
Anna Calvi
One Breath Tour 2014
Evento del 24 febbraio 2014
presso Auditorium Parco della Musica di Roma