Libri
“Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella
di Lorenzo Vercelli / 29 aprile
Una farfalla gialla su sfondo turchese: la leggerezza, la fragilità e la caducità. Una copertina che racchiude le tre caratteristiche che sembrano appartenere a Samia, la protagonista di Non dirmi che hai paura, romanzo di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, 2014), e i due colori principali del racconto: il turchese del Mar Mediterraneo e il giallo del deserto.
La storia di questa bambina somala si potrebbe riassumere in poche parole. Tuttavia, semplicità non è sinonimo di facilità. Samia nasce a Mogadiscio in piena guerra civile (il conflitto tutt’ora in corso che vede coinvolte le etnie darod, abgal e hawiye e i militari di Al-Shabaab), ama correre e lo fa con il suo migliore amico Alì, sollevando la polvere delle strade della bianca città somala. Il sogno di Samia è diventare un’atleta e poter gareggiare alle Olimpiadi, vincere i cento metri e da lì iniziare il riscatto e la liberazione di tutte le donne somale. Perciò la ragazzina, veloce e magra come una gazzella, si allena giorno e notte, sfida i guerriglieri, corre per scappare dalla guerra e dalla morte che la circonda, corre fino a sfinirsi e crollare addormentata nella sua baracca, dove vive con i fratelli e la famiglia di Alì.
Dopo mesi di rinunce e perdite, ma anche di vittorie e felicità effimere, Samia riuscirà a partire per quello che tutti in Somalia chiamano “il Viaggio”: la lunga traversata del deserto e del Mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa e il proprio sogno.
Non è facile raccontare una vita vera, soprattutto quella di chi è molto lontano da noi sia geograficamente sia culturalmente. Catozzella qui accetta la sfida ma non riesce a sfuggire alla retorica: Non dirmi che hai paura è il racconto che l’autore immagina possa scaturire dalla voce della piccola Samia. Il linguaggio è semplice e a tratti ci colpisce con crudezza, ma il romanzo implora continuamente il lettore di commuoversi. Lo fa quasi in ogni pagina e in ogni paragrafo. Lo fa con le parole e con le immagini che queste evocano. La giovane protagonista diventerà una grande atleta e guiderà la liberazione di tutte le donne somale dalla schiavitù; riuscirà a conquistare il suo sogno sconfiggendo la paura della guerra; la speranza e la determinazione la guideranno nel suo viaggio, assieme alla foto del suo atleta-eroe; si addormenterà con i canti della sorella Hodan, la quale poi si sposerà e andrà a vivere in Svezia… paiono stereotipi, ma in fondo la vita di ciascuno di noi se riassunta in questo modo apparirebbe finta; il problema di Catozzella è che esalta e spinge al massimo della commozione ogni episodio, e il fatto che parli attraverso la voce di Samia, rende il tutto ancor più lacrimoso e retorico. Il culmine si raggiunge quando durante il suo viaggio nel deserto Samia vede un cartellone pubblicitario con la scritta: «Conquista i tuoi sogni».
La narrazione segue uno schema binario: gli eventi negativi che coinvolgono Samia, la sua famiglia e gli amici, sono alternati a momenti positivi e di riscatto per la bambina (legati essenzialmente a gare di corsa). La struttura risulta a volte un po’ noiosa, ma in più di un momento l’autore si dimostra abile nel deviare il focus narrativo e il fatto che gli eventi precipitino poi verso una conclusione inattesa contribuisce ad aumentare il ritmo della narrazione.
Nel complesso il romanzo è godibile e Catozzella ci regala una descrizione cruda di uno dei temi caldi di oggi (le migrazioni di massa dai paesi africani verso l’Europa) visto attraverso lo sguardo sincero e privo di sovrastrutture teoriche di una bambina.
Il fatto che sia entrato tra i dodici candidati al premio Strega non eleva certo il suo valore letterario, ma resta un buon romanzo d’intrattenimento, un romanzo da ombrellone si potrebbe dire, che piace a molti perché “vero”, perché nel finale fa sorgere una lacrimuccia. Un romanzo in realtà buonista, soprattutto nel finale, che assomiglia alla sceneggiatura di una di quelle serie tv della Rai, che trattano tematiche complesse e crude con leggerezza e finta poesia.
(Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura, Feltrinelli, 2014, pp. 240, euro 15)