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Musica

“Santa Massenza” di Gazebo Penguins / Johnny Mox

di Donato Porcarelli / 9 giugno

«Santa Massenza è una santa, probabilmente madre di San Vigilio. Santa Massenza è uno splendido paesino lacustre del Trentino, con trecento abitanti e cinque distillerie artigianali di grappa». “Santa Massenza” è ora anche uno split dei Gazebo Penguins e di Johnny Mox realizzato in collaborazione con Woodworm Label. Due brani a testa e due racconti, registrato in 4 giorni all'Igloo Audio Factory a Correggio da Andrea Sologni per un disco che arriva ad un anno esatto da “Raudo” e dopo più di ottanta date un po' ovunque per i Gazebo Penguins e a due anni da “We=trouble”, ultimo disco di Johnny Mox che gli è valso più di cento date, un tour europeo e un tour americano.

I Gazebo Penguins sono in tre: Capra, Sollo e Piter, di trent'anni ciascuno e di origini correggesi come Luciano Ligabue, e ora si dividono tra Correggio e Zocca, che è invece il paese natale di Vasco.  Johnny Mox è Gianluca Taraborelli (già batterista per Nurse! Nurse! Nurse! e Fonda Sisters) e vive a Trento. Insieme firmano questo 12 pollici scaricabile gratuitamente (ma l’acquisto è fortemente consigliato) qui e coprodotto dalle etichette indipendenti To Lose La Track Woodworm Label. Quello che ne viene fuori è una roba abbastanza sensazionale, con il lato A del disco dedicato ai pinguini e quello B a Mox. Il gruppo di Sollo e compagni si conferma in costante crescita sfornando due tracce, “Riposa in piedi” e “Aspetteremo”, caratterizzate dai consueti suoni di matrice emo e post-hardcore che mostrano un gruppo in continua evoluzione. I pinguini, per chi non avesse avuto ancora il piacere di ascoltarli, creano un muro sonoro incredibilmente potente e migliorano sempre più sotto il punto di vista dei testi: nei due brani è presente un’amara riflessione sulla perdita e sul rapporto tra ricordi e canzoni. Significative le liriche di “Riposa in piedi”: “Cambiano i fiori sulla lapide, ma non cambia che sto male / Ho chiuso gli occhi sperando che tu mi potessi dir qualcosa / Non hai più voce, un po’ come me, o non ascolti / Parlo da solo contando che poi ci sia qualcuno che ti aggiorni / Vorrei spiegarti la difficoltà di chiamarla col suo nome / Dovrei usarla, ma non riesco mai, la parola fine. / La paura della parola fine”.

Mox continua invece a stupire con il suo blues, gli spirituals, il gospel; il tutto masticato insieme come un chewing gum e sputato fuori con un’attitudine punk, che arriva dritta in faccia all’ascoltatore, condita con ritmi ossessivi e voci distorte. Tre i brani a suo nome: “Only those who can leave behind everything they’ve ever believed in can hope to escape”, “Hollow Prayers” e “Oh Reverend”. Il primo parte col suono di un treno ed è un gospel malato; il secondo, come dice lo stesso Taraborelli, «E' suonato interamente con la batteria e le chitarre a tutto volume e parla di perdita; dell'esigenza di sbarazzarsi di un mucchio di roba. Una prova da vero cantautore insomma». “Oh Reverend” è invece una riproposizione, con un diverso arrangiamento, di un pezzo già presente sull’album “We=trouble”. Ad arricchire ancora di più questo EP sono i due racconti presenti all’interno dello split, scritti rispettivamente da Capra, chitarra e voce dei Gazebo Penguins, e da Johnny Mox. Le storie, ambientate nel 2001, parlano anch’esse di perdita: quella delle cose e delle persone che non torneranno mai più e quella più liberatoria che nasce dall'esigenza di scrollarsi di dosso il peso sempre più opprimente dell'aria che tira nel Belpaese. Sullo sfondo il Trentino Alto Adige, l'Emilia, la stagione della vendemmia e l'assurdità meschina e feroce della morte. L’amicizia sugellata con “Santa Massenza” vedrà inoltre il suo compimento anche in chiave live con i pinguini che faranno da backing band a Mox per tutto il tour del suo album di imminente uscita "Obstinate Sermons". La musica indipendente italiana è vivissima, anzi scalpita.

(Santa Massenza, Gazebo Penguins / Johnny Mox, To Lose La Track e Woodworm Label, 2014)